78/2015, dopo due anni non c’è ancora piena attuazione

Spesa farmaceutica in “zona rossa”, sia per i farmaci sia per i dispositivi medici stando al Rapporto 2017 sul Coordinamento della Finanza pubblica, in particolare nel Riquadro dedicato ai “Tetti alla spesa farmaceutica e ai dispositivi medici nel 2016”. “I risultati del monitoraggio della spesa farmaceutica relativi ai primi dieci mesi dell’anno confermano quanto messo in evidenza nell’esame dell’esercizio 2015/17: l’accelerazione degli acquisti di farmaci da parte delle strutture pubbliche (sia come spese ospedaliera che in distribuzione diretta) non sembra più trovare compensazione nei risparmi nella componente netta. I confronti con il 2015 sono basati sempre sui primi 10 mesi dello scorso esercizio. L’aumento della spesa per prodotti innovativi (solo in parte coperta dal fondo a tal fine stanziato) è alla base degli aumenti più consistenti. Nella lettura dei dati va considerato che nell’anno hanno, poi, inciso le difficoltà di funzionamento del pay back. La valutazione della rispondenza ai tetti previsti è al momento quindi solo indicativa. Non essendovi stata ancora una definizione dei pay back per l’anno appena concluso le somme  indicate nel monitoraggio a riduzione della spesa non hanno trovato applicazione nei conti regionali. Nel 2016 la spesa farmaceutica territoriale è risultata nel complesso pari a circa 12 miliardi, (il 13 per cento del finanziamento del SSN). Escludendo quanto coperto con il fondo per i farmaci innovativi (416,7 milioni, quota parte sui primi 10 mesi dell’anno del Fondo) e i pay back delle Aziende farmaceutiche a beneficio delle Regioni (tutti tranne quello dell’1,83 per cento disposto dall’articolo 11 comma 6 del d.l. n. 78 del 2010), la spesa rientra all’interno del tetto complessivo (11,35 per cento) per poco meno di 50 milioni. Eccedono il limite 11 Regioni: oltre a tutte quelle in Piano di rientro (ad eccezione del Piemonte) che superano il limite per poco meno di 360 milioni, la Sardegna (86 milioni) e, per importi molto limitati, le Marche, l’Umbria e la Basilicata. I dati del monitoraggio offrono alcuni spunti ulteriori. La spesa territoriale convenzionata netta (al netto di tickets e sconti) si riduce in media del 3,6 per cento, con valori al di sopra della media in 8 Regioni. Si tratta di quelle stesse Regioni che registrano una flessione sopra media non solo nelle ricette, ma anche nelle dosi prescritte (fatta eccezione per la Sicilia). La maggior attenzione all’attività prescrittiva indotta dal decreto appropriatezza sembra emergere nei dati di inizio anno.
Andrà verificato se tali miglioramenti abbiano inciso in particolare sulle realtà territoriali che presentavano un livello di prescrizioni pro capite superiore alla media. Sul risultato complessivo incide naturalmente la sensibile crescita della spesa diretta (+16,1 per cento al lordo del fondo per i farmaci innovativi), con punte particolarmente elevate (superiori al 25 per cento) in quattro Regioni: Umbria, Provincia di Trento, Sardegna e Molise. In aumento sono, infine, i proventi da compartecipazione a carico dei cittadini +1,1 per cento il dato ad ottobre 2016. Solo 3 Regioni presentano flessioni di rilievo: si tratta del Molise (-4 per cento) della Sardegna e del Veneto. Anche quest’anno, la farmaceutica ospedaliera presenta andamenti pronunciati che portano a superare il tetto programmato. Essa raggiunge il 5,2 per cento del finanziamento contro la soglia del 3,5 per cento: 4,7 miliardi rispetto al valore obiettivo di 3,2 miliardi (corrispondente al 3,5 per cento del finanziamento del 2016 per i primi 10 mesi dell’anno). Superiore al 6 per cento la spesa in Toscana e in Umbria. Solo la Provincia di Trento, quest’anno, si mantiene entro il limite. Tali risultati hanno messo in rilievo il limitato significato della distinzione, fino ad ora operata, tra farmaceutica territoriale e ospedaliera con la considerazione di quella diretta all’interno della territoriale. Anche, e forse soprattutto, per le implicazioni che da questo ne derivano per il contributo richiesto per il controllo della spesa. Nella legge di bilancio per il 2017 viene, quindi, attuata una revisione dei meccanismi che regolano il sistema di gestione della spesa farmaceutica attraverso i tetti alla spesa. Il provvedimento mira a consentire una maggiore tracciabilità dei dati, utile anche al fine di ridurre i contenziosi con le aziende farmaceutiche che nell’ultimo periodo hanno registrato un notevole aumento. La revisione del sistema dei tetti per la spesa farmaceutica richiederà, tuttavia, un maggiore impegno nel controllo dell’appropriatezza nell’attività prescrittiva. Tale necessità è rafforzata dalla prevedibile riduzione dell’onere che era trasferito sulla filiera produttiva attraverso i meccanismi del pay back. Come è noto, il funzionamento dei meccanismi che regolano il pay back è diverso del caso dell’assistenza farmaceutica territoriale e in quella ospedaliera. Nel primo, lo sforamento rispetto al tetto previsto è totalmente a carico degli operatori privati (aziende farmaceutiche,
grossisti e farmacisti); nel secondo, è per il 50 per cento a carico delle aziende farmaceutiche e per la restante quota delle Regioni. Va inoltre osservato come, nel caso del pay back sulla farmaceutica convenzionata, gli importi che derivano dalla procedura di ripiano sono assegnati per il 25 per cento alle Regioni in proporzione allo sforamento registrato e per il restante 75 per cento in base alle quote di accesso al finanziamento; mentre quelli relativi all’ospedaliera sono destinati in funzione dello sfondamento. Con l’inclusione disposta dalla legge di bilancio per il 2017 della spesa per farmaci di classe A in distribuzione diretta tra quelli ospedalieri (nei primi 10 mesi del 2016 poco meno di 4,2 miliardi circa un quarto della spesa complessiva) e non più tra quelli territoriali e la conseguente modifica delle quote previste per i tetti di spesa (da 11,35 a 7,96 per cento per la territoriale e da 3,5 a 6,89 per cento per l’ospedaliera) si ridimensiona l’onere per il pay back per le imprese da un lato (oggetto di un forte confronto con i governi nazionale e regionali), mentre si rafforza il compito di valutazione dell’appropriatezza prescrittiva delle strutture ospedaliere. Per quanto riguarda il tetto previsto per i dispositivi medici anche quest’anno la spesa eccede l’obiettivo. La spesa, in particolare, è stata superiore di oltre il 20 per cento rispetto all’obiettivo. Molto differenziato il risultato regionale: sono 4 le Regioni che presentano una spesa coerente con il tetto previsto (Lombardia, Lazio, Campania e Calabria). Particolarmente marcati (superiori del 50 per cento) gli scostamenti in 8 Regioni: nel Nord le Regioni a Statuto speciale (tranne la Valle d’Aosta), tutte le Regioni centrali (tranne il Lazio) l’Abruzzo e la Sardegna. Tra queste solo Toscana e Abruzzo registrano una flessione rispetto alla spesa dello scorso anno. Al riguardo, non può non osservarsi che, a quasi due anni dall’approvazione del d.l. n. 78/2015 non risulta ancora attuato quanto disposto con l’articolo 9ter c.1 lettera a) riguardo alla definizione dei tetti di spesa a livello regionale e alle modalità per il ripiano.”
Link da cui scaricare i documenti

sintesi_rapporto_coordinamento_fp_2017

volume_rapporto_coordinamento_fp_2017_2

 

 

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