I fondi europei per il digitale: cosa sono, come funzionano

Un quadro che permette di orientarci tra i diversi e frammentati fondi europei per l’innovazione. Che sono tanti e importanti. Lo scenario è complesso: ecco una guida per capirci di più

Considerando il gap italiano nell’introduzione e nello sviluppo delle tecnologie digitali nell’ambito pubblico, privato e imprenditoriale, da un lato, e la crisi economica degli ultimi anni, che ha ridotto di molto le risorse disponibili per investire nell’innovazione digitale, dall’altro, appaiono subito evidenti le potenzialità derivanti dai finanziamenti europei e il ruolo cruciale che gli stessi – o meglio, l’utilizzazione effettiva degli stessi – potrebbe giocare nel rilancio dell’economica nazionale.

 

VEDI TABELLA COMPLETA SUI FONDI

I finanziamenti, si sa, ci sono e sono tutt’altro che trascurabili, ma l’utilizzo degli stessi non è così semplice, così come non è semplice orientarsi tra le diverse iniziative, sapere quando, come e per che cosa i fondi possano essere utilizzati e cogliere al volo l’opportunità che gli stessi offrono.

 

L’importanza dell’informazione

I finanziamenti europei sono complessi, nel senso che vengono attuati attraverso strumenti differenti e a differente livello, sovranazionale, nazionale e regionale. Restare costantemente aggiornati e monitorare lo stato di attuazione delle iniziative programmate diventa quindi essenziale per poter sfruttare le relative opportunità. Difatti, molto spesso le risorse disponibili restano inutilizzate perché i soggetti potenzialmente interessati non hanno avuto notizia della possibilità di ottenere un finanziamento o lo hanno appreso soltanto a termini scaduti o comunque troppo tardi per avere il tempo di predisporre correttamente la richiesta e la documentazione a corredo.

Se, quindi, si intende sviluppare un progetto in linea con le linee prioritarie di attuazione delle politiche UE – e dunque in astratto potenzialmente beneficiario di finanziamenti – è indispensabile un efficiente monitoraggio delle varie iniziative, ancor più importante se si tratta di progetti relativi alla digitalizzazione e alle nuove tecnologie in quanto gli stessi, rispondendo ad una linea di intervento trasversale, risultano teoricamente inseribili in azioni differenti.

Proprio perché si tratta di un sistema frammentato, anche il monitoraggio potrebbe risultare molto complesso. Gli operatori possono valutare l’opportunità di affidarsi ad agenzie che svolgono professionalmente questa attività e segnalano ai propri clienti le iniziative di potenziale interesse, eventualmente assistendoli anche nelle fasi della richiesta, oppure possono documentarsi direttamente.

In quest’ultimo caso, una possibilità è partire dalla consultazione del sito della commissione europea, che dispone di una sezione specificamente dedicata ai finanziamenti UE gestiti direttamente. Dal sito della commissione, a seconda della tipologia di progetto e dell’autorità di gestione relativa, sarà in generale necessario passare alla consultazione di altri siti riguardanti gli specifici programmi gestiti in modalità concorrente, ovvero tramite gli Stati membri. In ogni caso il monitoraggio non dovrebbe essere svolto occasionalmente, ma in modo sistematico per non correre il rischio di perdere proprio l’iniziativa di interesse.

Il dato positivo consiste nel fatto che è possibile reperire informazioni relative non solo alle iniziative in corso ma anche su quelle programmate, per le quali è indicato approssimativamente l’arco temporale in cui si prevede il lancio. Questo in linea teorica consente di avere maggiore tempo per strutturare l’eventuale progetto e, nel caso dei finanziamenti diretti dell’Unione, ricercare dei partners in altri Paesi europei. La ricerca dei partners può essere condotta anche tramite le piattaforme di ricerca specifiche raggiungibili dal sito della Commissione europea, che in alcuni casi sono specializzate tematicamente (ad esempio per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione o per la ricerca e sviluppo)

Inquadramento di base

I finanziamenti europei vengono gestiti secondo modalità differenti. Quella di gran lunga più diffusa, nel senso che vi rientra oltre il 76% dei finanziamenti totali, è la c.d. “gestione concorrente” che viene attuata dalla Commissione europea in collaborazione con gli Stati membri.

In altre parole, sono le autorità nazionali e regionali a gestire i programmi di finanziamento, ad assegnare le risorse e a rendicontarne l’utilizzo alla Commissione europea, sulla base degli accordi di partenariato conclusi con quest’ultima.

Questo significa che per monitorare questo tipo di finanziamenti il sito della Commissione è solo il primo passo, bisognerà poi verificare nel concreto quali programmi siano stati lanciati dalle autorità nazionali o regionali, con quali modalità si possa partecipare e entro quali scadenze.

I finanziamenti relativi alla gestione concorrente sono canalizzati in prevalenza attraverso i 5 fondi strutturali e di investimento europei, per 4 dei quali l’Italia ha sottoscritto con la Commissione il relativo accordo di partenariato (FERS o se si segue l’acronimo inglese “ERDF”, FES o se si segue l’acronimo inglese “ESF”, FEASR o “EAFRD”, FEAMP o “EMFF” ). I fondi strutturali e di investimento europei (complessivamente denominati SIE o, con l’acronimo inglese “ESIF”) a propria volta si focalizzano principalmente su 5 aree tematiche prioritarie: i) ricerca e innovazione, ii) agenda digitale, iii) economia a bassa emissione di carbonio, iv) gestione sostenibile delle risorse naturali e v) sostegno alle PMI.

Evidentemente le prime due aree sono quelle maggiormente interessanti per chi opera nel campo del digitale, ma poiché la digitalizzazione è un fenomeno che investe potenzialmente tutti gli ambiti e i programmi devono abbracciare più linee prioritarie, le opportunità sono trasversali.

La restante parte di fondi europei è gestita direttamente dalla Commissione attraverso due modalità: le sovvenzioni e gli appalti. Particolarmente interessanti sono le sovvenzioni dirette per la ricerca e l’innovazione incluse nel programma Horizon 2020 che riguardano anche le tecnologie digitali.

Il quadro strategico complessivo

Occorre tenere presente che i finanziamenti europei non sono “casuali” nel senso che si tratta di strumenti inquadrati all’interno di una politica di sviluppo complessivo dell’Unione, che si muove nell’ambito di un disegno strategico definito.

Attraverso questi strumenti l’Unione Europea cerca di indirizzare anche la programmazione dei singoli Stati Membri in modo da ottimizzarne i risultati attesi in termini di impatto sulle linee prioritarie di sviluppo. Quindi, tanto più le autorità nazionali e locali saranno in grado di sviluppare una programmazione in linea con gli assi prioritari congiuntamente definiti a livello europeo e tanto più potranno beneficiare del sostegno anche finanziario dell’Unione.

Nelle linee strategiche prioritarie vi sono, come detto, la ricerca, l’innovazione e l’agenda digitale. È quindi essenziale che il quadro programmatico tenga presente queste linee di sviluppo.

Alcune scadenze

Come è agevole intuire, non è possibile dare in questa sede un quadro, se non largamente approssimativo, delle varie opportunità di finanziamento europeo che includano l’innovazione digitale. Però può essere interessante rammentare alcune delle iniziative che sono in corso e/o che potranno essere lanciate nel futuro.

Tra le iniziative lanciate direttamente dalla Commissione nell’ambito del programma Horizon 2020, ad esempio, vi è la possibilità di presentare proposte per alcuni topics aperti nell’ambito delle seguenti calls for proposals:

CALL: DIGITISING AND TRANSFORMING EUROPEAN INDUSTRY AND SERVICES: DIGITAL INNOVATION HUBS AND PLATFORMS

CALL: TRUSTED DIGITAL SOLUTIONS AND CYBERSECURITY IN HEALTH AND CARE

Prossimamente si apriranno dei topics della Call “GOVERNANCE FOR THE FUTURE” nell’ambito dell’iniziativa “EUROPEAN CLOUD”.

di Paola Conio, Osservatorio Agenda Digitale Politecnico di Milano, Senior Partner, Studio Legale Leone

Condividi