Gestione digitale dei documenti, l’Emilia Romagna dialoga in Peppol

 

Arriva Peppol, lo standard digitale europeo per la gestione di ordini e documenti di trasporto. In Italia inizia l’Emilia Romagna, prima regione ad essere interessata da questa novità, i cui enti sanitari saranno chiamati a utilizzare esclusivamente il formato elettronico Peppol (Pan-European Public Procurement On Line) dal prossimo 30 giugno 2016 per emettere ordini e ricevere documenti di trasporto. La rete Peppol è stata sviluppata nell’ambito del Programma Europeo per l’Innovazione e la Competitività, al fine di offrire agli operatori economici europei la possibilità di gestire in maniera completamente dematerializzata, standardizzata e sicura, lo scambio dei documenti relativi al ciclo passivo. Tutto questo grazie a uno standard che consente l’interoperabilità tra i sistemi dei diversi Paesi.

La Regione Emilia Romagna ha inteso procedere decisa in questa direzione e con la delibera 287/2015 ha scelto definitivamente l’uso di Peppol, poi dal 1° gennaio 2016 ha determinato per gli enti della Regione di mettere, come clausola all’interno dei capitolati, l’accettazione da parte delle ditte di colloquiare con le stazioni appalti solo attraverso Peppol. Ora, dopo la prima data cruciale del 30 giugno 2016, quando la Regione Emilia Romagna, con tutti gli enti e gli organismi regionali, le loro associazioni e consorzi, le aziende del servizio sanitario regionale, gli organismi di diritto pubblico e le società strumentali partecipate inizieranno ad utilizzare Peppol resterà solo da attendere il 31 gennaio 2017, quando anche tutti gli altri enti della Pubblica Amministrazione italiana saranno obbligati ad adottare questa modalità di interscambio per ordini, bolle e fatture.
Con Peppol andrà a sparire tutta la carta: ordini, bolle, fatture, ma anche le offerte e i cataloghi, perché tutto dovrebbe essere dematerializzato viaggiando sulla sua rete. L’Emilia Romagna, inizialmente, porterà su Peppol solo la documentazione amministrativa quindi ordini, bolle e fatture che, appunto dal 30 giugno 2016, viaggeranno in rete con l’effetto immediato della sua dematerializzazione e della sua standardizzazione che dovrebbe in breve eliminare, e aggiungiamo finalmente, ogni forma di dialetto nella documentazione. Ma vediamolo come è organizzato questo nuovo iter. Per entrare su Peppol occorre un Access Point Provider autorizzato ad accedere alla sua rete.
Per ora in Italia non ci sono certificatori degli Access Point Provider di Peppol e le società, che andranno fra circa due mesi ad operare in Emilia Romagna, hanno ottenuto la loro certificazione all’estero. Tra queste c’è la società di servizi CSAmed, Access Point Provider già certificato. Un ordine che esce da una Asl per viaggiare su Peppol deve arrivare a Intercent-ER (Agenzia regionale per lo sviluppo dei mercati telematici) che rappresenta l’infrastruttura tecnica e organizzativa messa a disposizione delle P.A. dell’Emilia Romagna per gestire la dematerializzazione di tutti i documenti del ciclo degli acquisti.
Sarà quindi Intercent-ER che porterà l’ordine sulla rete Peppol dove, attraverso un codice identificativo questo raggiungerà l’Access Point del destinatario che, una volta prelevato l’ordine, lo girerà al fornitore. Iter uguale e contrario sarà quello che seguirà la bolla in uscita emessa dal fornitore. La vera grande sfida di Peppol è però la standardizzazione dei documenti tanto da far finalmente intravedere la possibilità di avere ordini e fatture tutte uguali, cosa che non si è riusciti ad ottenere neanche con la fatturazione elettronica visto che i suoi “campi opzionali” hanno alimentato dialetti anche all’interno di una standardizzazione di massima.

di Enza Colagrosso (direttrice editoriale TEME)

Tratto dal Sanità24

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