In arrivo la “privacy europea”

Lo scorso maggio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea il Regolamento UE n. 2016/679 che troverà piena applicazione a maggio 2018 quando andrà a sostituire la Direttiva 95/46/UE.  Tale regolamento, che ordina la privacy, non avrà bisogno di nessun recepimento nazionale pertanto quanto è già scritto tale resterà nella sua applicazione. Insieme alla Direttiva 2016/680, il nuovo regolamento della privacy costituisce quello che viene definito il “Pacchetto europeo protezione dati”. Le novità introdotte riguarderanno principalmente le aziende con sede all’interno dell’UE e le persone fisiche che operano nell’UE. Nasce una nuova figura il: “Data Protection Officer” (DPO) o più semplicemente il “responsabile della protezione dei dati” che obbligatoriamente dovrà essere presente all’interno di tutte le aziende pubbliche ed in particolare in quelle ove il trattamento dati può rappresentare rischi specifici come ad esempio le aziende nelle quali viene richiesto un monitoraggio regolare su larga scala o in quelle che trattano i “dati sensibili”. Le aziende che costituiscono un gruppo societario possono avere un unico DPO purché questo risulti facilmente reperibile in ogni azienda. Il ruolo del DPO può essere sintetizzato in questi 4 punti:

  • verificare l’attuazione e l’applicazione della normativa, oltre alla sensibilizzazione e formazione del personale e dei relativi auditors;
  • informare e consigliare il titolare o il responsabile del trattamento, nonché i dipendenti, in merito agli obblighi derivanti dal Regolamento;
  • essere punto di contatto per gli “interessati”, in merito a qualunque problematica connessa al trattamento dei loro dati nonché all’esercizio dei loro diritti;
  • fornire, se richiesto, pareri in merito alla valutazione d’impatto sulla protezione dei dati e sorvegliare i relativi adempimenti;

Le aziende dovranno inoltre tenere un “registro delle attività di trattamento” mentre viene riconosciuto all’interessato il diritto all’oblio dei propri dati personali. E’ stato poi aumentato l’ammontare delle sanzioni pecuniarie che potranno raggiungere fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo della società che non rispetta le regole.

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