Pannoloni, bisogna trovare un equilibrio fra spesa e qualità

Il costo della fornitura è di un 1 euro al giorno per paziente in Piemonte, in Veneto è
di 51 centesimi. Le gare d’acquisto sono ormai indette all’insegna del taglio della spesa

di Cristina D’Amico

La battaglia è prima di tutto sulla qualità. Concordano Roberto Messina, presidente di Senior Italia-Federanziani e Francesco Diomede, presidente della Federazione italiana incontinenti e disfunzioni del pavimento pelvico (Fincopp). Dice Diomede: «Se, come accade sempre più spesso, i pannoloni comprati “al risparmio” dal Servizio sanitario assorbono poco, i malati vanno incontro a dermatiti, piaghe, a meno di non essere cambiati più frequentemente. La spesa, pubblica e privata, alla fine aumenta, per ulteriori cure o per maggiori consumi. Quindi, ci vorrebbe “appropriatezza”: ausili che assicurino qualità e vestibilità, garantiti in quantità commisurata alle necessità del singolo. Perché, anche se il nomenclatore prevede la fornitura di 4 pannoloni al giorno, a una persona con incontinenza lieve possono bastarne 2, mentre chi è più grave dovrebbe riceverne quanti gliene servono, oltre la previsione standard». «La scarsa qualità – stigmatizza Messina – deriva dal fatto che molte gare per l’acquisto degli ausili indicano criteri troppo generici. È come se per un’auto si richiedessero quattro ruote e un motore; tutti i produttori sarebbero in grado di soddisfare questi parametri e a contare sarebbe solo il prezzo più basso. Allo stesso modo, capita che le gare per gli ausili spesso siano vinte dai prodotti più economici e senza reale qualità».

Gare all’insegna del risparmio

«Nella gara una certa standardizzazione ci vuole, per permettere la massima partecipazione – replica Sandra Zuzzi, presidente della Federazione delle associazioni regionali degli economi provveditori della Sanità (chi nelle aziende sanitarie si occupa dell’approvvigionamento di beni e servizi) -. L’abilità sta nell’individuare giusti criteri di qualità, per poi vedere, soddisfatti questi, qual è il prezzo migliore. Il che non vuol dire massimo ribasso selvaggio. La qualità dovrebbe, uso il condizionale, essere verificata da prove tecniche eseguite prima dell’assegnazione, controlli che andrebbero ripetuti dalle Asl se si sospetta la distribuzione di prodotti più scadenti rispetto a quelli pattuiti». Di fatto, le gare d’acquisto dei pannoloni sono ormai indette all’insegna del “taglio della spesa”, tanto da indurre le aziende a produzioni ad hoc per il Servizio sanitario. «L’aggregazione degli appalti a livello regionale ha determinato una discesa dei prezzi, ma non escludo casi in cui si sia puntato troppo sul basso costo, dando luogo a forniture scadenti – ammette Zuzzi -. Le aziende, del resto, cercano di creare prodotti che rispettino le caratteristiche richieste, al prezzo offerto, che non è certo quello del top di gamma».

L’ipotesi dei voucher ai pazienti

Peraltro, i prezzi pattuiti a livello regionale non sono uniformi. «Per esempio, il costo della fornitura è di circa un 1 euro al giorno per paziente in Piemonte – conferma Zuzzi -, mentre in Veneto è di 51 centesimi . Ma non è facile fare confronti, perché entrano in gioco vari elementi. Proprio per avere trasparenza ed equità, noi economi chiediamo Linee guida nazionali, un quadro più chiaro di ciò che va erogato, e quindi prezzi meno difformi». Per superare le criticità viene proposta ora anche un’altra soluzione, che assomiglia un po’ a quella per gli alimenti per celiaci e un po’ alle regole sui farmaci equivalenti. «Stabilito quanto le Regioni possono spendere, si potrebbe dare al paziente un voucher, con il quale acquistare quali e quanti ausili vuole, pagando di tasca propria l’eventuale differenza – spiega Messina -. I malati sarebbero liberi di scegliere, i produttori stimolati alla concorrenza. Intanto, nella formulazione dei capitolati per gli ausili, andrebbero consultate associazioni di pazienti e medici, così che possano contribuire all’obiettivo della migliore qualità possibile».

Tratto da Corriere della Sera/Salute

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