Covid-19: gestione dello stress traumatico nel personale sanitario

Premessa

Gli operatori sanitari, soprattutto i medici, si trovano a lavorare spesso in contesti in cui le costrizioni temporali si aggiungono alla complessità dei compiti da eseguire per fornire un aiuto efficace a persone in condizioni di pericolo. Durante l’emergenza Coronavirus, questo aspetto e i livelli di stress legati ai vari eventi critici a cui sono stati esposti, fanno da fattore di rischio per lo sviluppo di reazioni da stress traumatico nel personale medico e sanitario.

Si rende quindi necessario intervenire con gli operatori sanitari che sono stati esposti a livelli di stress elevato e sono a rischio di burn out e di traumatizzazione, sia per eventi quotidiani, di routine che per eventi critici eccezionali come quelli affrontati durante l’emergenza Coronavirus. E’ stato osservato che gli eventi che vengono vissuti in modo traumatizzante dagli operatori dell’emergenza (personale sanitario, soccorritori, ecc.) sono in genere quelli in cui tra le vittime ci sono dei parenti o persone conosciute, oppure fallimenti dopo notevoli sforzi, contagio o morte in servizio di colleghi, emergenze con molte vittime, ecc.

Siamo consapevoli che nei primi mesi dell’emergenza il personale medico sanitario è stato esposto a tutti questi aspetti e a grandi rischi per l’equilibrio psicologico e per il loro benessere; hanno dovuto gestire molti pazienti contemporaneamente, con risorse essenziali insufficienti per affrontare l’emergenza; sono stati esposti al contagio, molti hanno contratto il virus o sono morti; hanno avuto paura di infettare le loro famiglie al punto di decidere in alcuni casi di vivere e dormire altrove per non contagiare i loro figli e parenti. Abbiamo potuto seguire il loro lavoro e siamo tutti consapevoli che sono una delle popolazioni più esposte e con più bisogno di supporto psicologico durante l’emergenza. Seguendo i processi normali delle fasi dello stress e della traumatizzazione, sappiamo che il loro bisogno di un supporto psicologico specialistico sarà ancora maggiore in futuro, quando saranno finalmente in condizione di affrontare la parte emotiva e psicologica. Un supporto di questo tipo potrà facilitare il loro recupero, il ripristino di una loro serenità lavorativa e della loro routine quotidiana.

Tenendo conto della ricerca in questo campo e della letteratura internazionale, possiamo pensare che la maggior parte del lavoro a livello psicologico verrà probabilmente fatta alla fine dell’emergenza, poiché il personale medico è concentrato sulla cura degli aspetti sanitari e non accede alla propria risposta emotiva, ad eccezione di alcuni che sono riusciti a chiedere un supporto. Ogni medico o infermiere che è stato contagiato ha ricordato agli altri che loro potevano essere i prossimi, questo vissuto è uno dei grandi fattori di rischio per i disturbi post-traumatici.

L’emergenza Coronavirus ha esposto il personale anche ad un altro aspetto molto traumatizzante, il fatto di avere a che fare con molti pazienti contemporaneamente, con l’ansia di non avere abbastanza respiratori o supporti vitali per così tante persone. Dopo questa fase acuta di emergenza, certe immagini o ricordi rimarranno come “ferite aperte” che, se non curate con la dovuta attenzione con dei protocolli terapeutici specifici, è noto che possono causare delle sequele nelle persone interessate sul piano professionale.

Ciò può, quindi, produrre una forte diminuzione delle proprie capacità professionali, che si esprime anche attraverso un senso di disagio fino ad un vero e proprio malessere, che non permette di ottenere l’indispensabile sintonia con gli altri operatori con i quali si trova ad operare (componenti della propria equipe: autisti soccorritori, infermieri, medici; o con altre equipe: forze dell’ordine; vigili del fuoco); non permettendo così di utilizzare in modo corretto i protocolli operativi o linee guida; e soprattutto di valutare con la necessaria lucidità le esigenze dei pazienti. E’ importante tenere presente che il disagio è una comune risposta ad uno stimolo traumatico eccezionale o cumulativo ed esistono modalità d’intervento in grado di lenire considerevolmente tale sofferenza. Molti direttori del personale medico negli ospedali, che lavorano principalmente nella rianimazione e in terapia intensiva, sono consapevoli del fatto che il personale ha bisogno e hanno richiesto un supporto psicologico specifico come EMDR.

Prospettive di intervento

Per quanto concerne gli operatori dell’emergenza sanitaria, è presente in letteratura un numero di ricerche non trascurabile che conferma la forte presenza negli operatori di un bisogno specifico di supporto psicologico. Il primo obiettivo è quello di diminuire sensibilmente le conseguenze dello stress acuto. La terapia EMDR, consigliata dall’OMS nel 2013 come uno degli interventi psicologici più avanzati ed efficaci, può essere utilizzata in tutte le fasi dell’emergenza (prima, durante e dopo).

Uno dei primi interventi psicologici deve essere inteso necessariamente come attività di prevenzione

L’obiettivo deve essere di promuovere negli operatori del soccorso, vissuti e comportamenti utili a gestire nel modo migliore gli eventi critici. Una delle cose più importanti è accrescere le risorse interne e pertanto il senso di adeguatezza ed efficacia. E’ importante che l’operatore sappia di poter contare su un bagaglio di competenze emozionali, cognitive e comportamentali per fronteggiare le situazioni problematiche. I protocolli EMDR per la resilienza, rafforzano queste competenze e preparano il personale per affrontare missioni molto stressanti e traumatiche.

L’intervento psicologico durante una grave emergenza consiste in un pronto soccorso emotivo/psichico. Dopo il soddisfacimento dei bisogni primari legati alla sopravvivenza tale intervento mira, in modo particolare, a mitigare l’impatto, facilitare la normalizzazione e accelerare il recupero delle funzionalità normali delle persone. Sono stati utilizzati delle tecniche e strategie dell’approccio EMDR in questa fase con il personale medico e con gli operatori sanitari, all’interno di varie strutture e aziende sanitarie.

L’intervento psicologico dopo questa grave emergenza consisterà in brevi cicli di sedute EMDR, in modo individuale o di gruppo, per elaborare lo stress traumatico e favorire il ritorno ad una quotidianità lavorativa, relazionale, personale e famigliare.

L’obiettivo è di aiutare il personale medico ad identificare i propri bisogni di supporto psicologico in modo da contribuire a migliorare la qualità soggettiva del loro lavoro. Verranno dati strumenti per rafforzare le proprie risorse di gestione dello stress e incrementare i fattori di protezione in ambito psicologico. Sarà possibile somministrare un test per la valutazione individuale dei fattori di stress e delle capacità di coping. Questo programma complessivo evidenzierà al medico la cura e l’attenzione che a loro viene rivolta, anche dopo che l’emergenza Coronavirus sarà finita. Sarà importante dare uno spazio per capire come ognuno ha affrontato lo stress, gli effetti di questa emergenza e i cambiamenti di vita che hanno notato, in modo da togliere i fattori di rischio che possono essere rimasti ancora e favorire poi il recupero ed il benessere.

Il progetto

Il progetto di EMDR Italia in questa fase post lockdown, rivolto al personale medico sanitario, è focalizzato in un programma di supporto nel contesto dell’emergenza da Coronavirus, soprattutto nella fase finale e post-emergenziale. Le reazioni che questa emergenza ha sollecitato sono molto complesse e hanno attraversato diverse fasi, con effetti soprattutto a livello collettivo e nella vita lavorativa di ogni azienda sanitaria e di ogni equipe. Le conseguenze psicologiche sono legate a paure vissute durante l’emergenza, dalla paura di essere contagiato o di contagiare gli altri e i propri famigliari, al vivere un forte stress per il notare che si sono interrotte le routine quotidiane (a livello famigliare, lavorativo e relazionale), dove le ordinarie capacità di coping degli individui e delle comunità di fronte a questa emergenza non erano più sufficienti. Il piano di intervento viene proposto gratuitamente alle singole unità operative, dando precedenza a quelle che sono state più esposte.

EMDR Italia

L’Associazione EMDR Italia negli ultimi 20 anni ha effettuato circa 700 interventi in situazioni di emergenza e disastri collettivi. Fin dall’inizio della pandemia, l’Associazione EMDR Italia ha cercato di dare supporto psicologico a tutti coloro fortemente colpiti dal Covid-19. L’Associazione EMDR Italia ha ricevuto molte richieste da Istituzioni, Ospedali, Unità sanitarie locali, Aziende di tutela della salute (ATS) e Comuni: attualmente sta seguendo 210 interventi e condivide le proprie esperienze e materiali con altri Paesi europei. Nel 2018 EMDR Italia è stata inserita nell’elenco delle Società Scientifiche delle professioni sanitarie riconosciute dal Ministero della Salute. Il Presidente Mattarella ha nominato il 5 marzo 2019 Isabel Fernandez presidente dell’associazione, Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. www.emdr.it

di Isabel Fernandez, Presidente Associazione EMDR Italia ed Europa
Pubblicato su GSA 9/2020

Condividi