SISTEMA ACQUISTI COL FIATO GROSSO: ITALIA IN RITARDO DI UN ANNO SUI PRINCIPALI PARTNER EUROPEI

Cantieri della riorganizzazione a pieno regime in Francia, Spagna e Germania. Almeno sei mesi d’attesa per i decreti attuativi e le direttive Anac: siamo di nuovo a rischio di sanzioni

Enza Colagrosso

Il pacchetto di norme, che punta alla modernizzazione degli appalti pubblici, rappresenta una delle 12 azioni che l’Europa ha individuato per migliorare il mercato unico. Il recepimento di tali norme ha dato il via, nel nostro Paese, alla rielaborazione completa del Codice degli appalti attualmente in vigore, meglio conosciuto come Codice De Lise. Nelle intenzioni di tale rinnovamento sembrava esserci la determinazione di scegliere questa occasione per decidere una semplificazione dei testi normativi vigenti, ormai per molti tratti resi oscuri dai tanti emendamenti susseguitesi fino ad oggi.

La settima edizione del convegno Mepaie, organizzata a Cremona da CsaMed, ha rappresentato l’occasione per fare il punto, con i rappresentanti di Francia, Spagna e Germania, sullo stato del recepimento della direttiva appalti, nell’Unione europea.

Un’intera mattinata, della due giorni cremonese è stata dedicata allo scambio di esperienze tra i rappresentanti dei Paesi europei presenti all’evento e il primo dato emerso è stato quello che ha mostrato il nostro stato di affanno nel lavoro del recepimento delle direttive con il rischio, se non arriviamo in tempo, di ricevere una sanzione dall’Unione europea, a fronte degli altri Paesi dove le direttive sono già state recepite almeno da inizio anno e i governi sono impegnati su altri temi.

La Francia, ad esempio, secondo quanto riferito da Salvator Maira, direttore dell’Istituto Irima della Gem (Grenoble Ecole de Management) ha appena varato una riforma, resa attuativa il 5 marzo, che prevede una riorganizzazione degli acquisti su tre livelli, uno locale, uno regionale ed uno nazionale.

La Spagna invece, come ha spiegato Massimo Cermelli, ricercatore presso il dipartimento di economia dell’Università di Deusto (Bilbao), sta lavorando sulla sua spesa pubblica e sta cercando di contenerla con l’applicazione di un complesso sistema basato sulla regionalizzazione degli acquisti.

La Germania invece, ha riferito Norbert Ruch, della Femak (l’associazione degli economi sanitari tedeschi), a latere della sua interessante organizzazione degli acquisti, caratterizzata da una limitata centralizzazione, applica un’azione di controllo finalizzata alla valutazione dell’effettiva efficienza delle scelte e dei sistemi che vengono attuati. Anche le assicurazioni svolgono un’azione decisiva in tal senso grazie alla leva della discrezionalità nel rinnovo del contratto agli ospedali che così vengono maggiormente responsabilizzati.

Responsabilità ospedaliere affidate a un manager aziendale e mai, come da noi, a uno con riflessi politici.

Se ci distinguiamo per essere forse gli ultimi nel recepire le direttive europee, le politiche che stiamo adottando, per il contenimento della spesa pubblica, non sembrano però essere diverse da quelle scelte negli altri Paesi. Quello di cui si lamentano un po’ tutti però sono le difficoltà che s’incontrano nel momento in cui si devono recepire le regole dell’Unione europea cercando di armonizzarle con la normativa del proprio Paese. Spesso ci si trova a dover coordinare stridenti contraddizioni. Per questo il passo auspicabile e decisivo evocato al MePaie è quello di decidere di non calare più semplicemente delle direttive europee all’interno dell’impianto normativo del singolo Stato, ma di cercare di integrare o meglio determinare una sola normativa in tutti gli stati comunitari affinché la strada da percorrere diventi unica. Ad oggi, il MePaie ha fatto emergere un quadro in cui ci sono dei sistemi organizzativi degli acquisti che, nonostante siano stati rivisti proprio per il recepimento delle direttive europee, mantengono una struttura per nulla al passo con altri sistemi più avanzati.

Per quanto riguarda invece la struttura degli acquisti del nostro Paese, secondo le riflessioni presentate al MePaie potrebbe essere destinata a subire una battuta d’arresto prodotta dall’entrata in vigore proprio del nuovo codice che contiene una normativa “in divenire”. Si dice che l’attesa dei decreti attuativi e delle direttive dell’Anac non sarà inferiore ai 6/18 mesi.

Questo a fronte di uno snellimento esiguo del testo, che è passato dai 219 articoli del De Lise, ai 217 del nuovo codice e con procedure che in nulla sembrerebbero aver risposto a quella richiesta di snellimento che avrebbe dovuto poter garantire una maggiore trasparenza.

Tratto da AboutPharma aprile 2016

Condividi