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editoriale Meno sprechi, meno enfasi, più contenuti Francesco De Nicolo Lo stato di grave difficoltà economica e finanziaria, in cui versa il nostro paese Presidente FARE impone una drastica rilettura dei modelli di sviluppo economico di tutto il sistema nazionale ed europeo. E’ necessario, purtroppo, procedere attuando scelte difficili e impopolari che tutti dovranno però, a malincuore, accettate perché inderogabili e non rinviabili.Tutti (o quasi) abbiamo vissuto al di sopra delle possibilità econo- miche, per tanti anni e per questo ora siamo chiamati a sanare il grande debito. Ritengo però, che tutti i cittadini italiani siano consapevoli di dover accettare i sacrifici a cui stiamo andando incontro, nei prossimi anni, ma sono allo stesso tempo certo che tireranno la cinghia a condizione che la ricomposizione del sistema socio economico venga portata avanti con equità e razionalità. Non entro nel merito delle scelte fatte dal Governo tecnico, che ci sta lasciando in questi giorni (che a mio avviso sembra essere stato molto poco tecnico ma eviden- temente sbilanciato a favore di alcune classi sociali) preferisco però, nonostante tutto, coltivare un moderato ottimismo per il futuro, mentre mi interrogo su cosa sia possibile fare per contribuire al risanamento economico del Paese. I Provveditori Economi della sanità sono tra i professionisti che maggiormente hanno la contezza della situazione economica del Ssn e anche per questo stimo che la FARE, e tutte le nostre Associazioni regionali, devono impegnarsi per tutelare alcuni rami produttivi del nostro settore e lottare per evitare che i luoghi comuni influenzino negativamente le politiche del risparmio che dovrebbero e potrebbero andare a sanare sacche di sprechi che ancora resistono, nonostante l’incedere della crisi. L’European Healthcare Fraud & Corruption Network ha infatti stimato che nel 2010, all’interno dell’Unione europea, 56 miliardi di euro di sprechi a causa di frodi e corruzione in sanità. In Italia tra il 5 e il 10% dell’intero fondo sanitario nazio- nale, per un importo compreso tra i 5 e i 10 miliardi annui, viene sprecato sotto forma di esami non necessari, truffe , ricoveri inutili, terapie inappropriate, acquisti poco trasparenti. Solamente la cattiva comunicazione medico-paziente determina annualmente richieste di risarcimento danni da parte del paziente fino a 2,5 miliardi euro. Questi sono solo alcuni dei dati riguardanti gli sprechi e le inappropriatezze nel settore sanità. Occorre essere partecipi, propositivi, coraggiosi. Oltre allo scambio di competenze ed idee dobbiamo, nella nostra Federazione, definire i lineamenti di una rinnovata identità professionale che sappia cogliere e sviluppare nuovi aspetti del nostro lavoro. Deve diventare un nostro impegno quello di vigilare affinché nessuno operi con inutili sprechi né tanto meno tra indifferenti e colpose connivenze. Viviamo un momento di profondo cambiamento sia del siste- ma sanitario che della nostra professione e solo se sapremo rimodulare la nostra esperienza lavorativa in un percorso che ci veda capaci di mantenere un’equilibrata gestione degli acquisti sanitari, in grado di rispondere sia alle esigenze dei tagli imposti dalla crisi, che alle aspettative di cure del cittadino paziente, potremmo affermare che dopo cinquantanni di attività la Fare ha ancora tutto il fermento e quella capacità di coagulare forze professionali che da sempre l’hanno contraddi- stinta. Salvare il servizio sanitario nazionale è possibile, e noi dobbiamo e possiamo far nostra questa battaglia! TEME 11/12.12 3
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