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editoriale Tu quoque Sardinia Virgilio Frau Così come già avvenuto in altre Regioni Italiane, anche la Regione Sardegna sta elabo- Presidente A.R.P.E.S. rando una riforma sanitaria che, se attuata così come appare, cambierà faccia alla sanità sarda e investirà pesantemente i servizi Acquisti. Infatti l’art.12 della Legge Regionale n. 3 del 07.09.2009 recante “Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale“ prevede l’istituzione di una macroarea per l’esercizio e la gestione, in forma integrata e unitaria, di specifiche attività tecniche, amministrative e di supporto alle aziende sanitarie. Stessa cosa la prevede la delibera di Giunta Regionale n° 42/17 del 15/09/2009 che chiede di consorziare gli uffici delle ASL territoriali ed ospedaliere per la gestione degli acquisti, per le procedure di selezione di parte del personale e per la formazione degli stessi operatori. Dire che questa normativa sia piovuta dall’alto è un eufemismo e a molti questa “rivoluzione” appare come l’opera di “super consulenti” che l’hanno confe- zionata per l’esecutivo regionale con l’intento di produrre forti economie destinate a “chiudere” il “buco”nel bilancio della sanità sarda. La scelta di una macroarea segue l’esperienza di altre realtà regionali italiane, ovvero l’assunto è il seguente: più aggreghi la domanda, più aumentano i quantitativi, più compri e più risparmi per tutti. Se fosse vero tale ragionamento non si capisce però come mai la spesa per l’acquisto di beni e servizi in Italia, nonostante: la Consip, Intercenter, le Aree Vaste e la Soresa, continua ad aumentare. Anche il legislatore sardo prima di normare settori quali quello relativo all’aggregazione della domanda avrebbe dovuto preliminarmente ricordare che il prezzo di un bene non è determinato solo dalla quantità richiesta, ma soprattutto dall’affida- bilità di chi compra. Quindi aggregare la domanda costituendo un Ente terzo, che compra per tutti, non è detto che produrrà vantaggi in termini di prezzo e anche quando questo fosse più favorevole bisognerebbe valutare i costi indiretti (per esempio: sappiamo quali siano i costi della mastodontica macchina Consip? Quanto inciderebbero i costi della logistica con la creazione di un magazzino unico Regionale in una realtà come quella Sarda?). Per ironia della sorte la mia ASL che è la più piccola della Sardegna e compra poco in termini di quantità,( quindi secondo il legislatore dovrebbe spendere di più rispetto alle altre ASL i prodotti che compra) al pratico paga meno. Questo perché ad esempio l’industria del farmaco non tiene conto, nella determinazione del prezzo, delle quantità che vende, ma anche perché avendo un’organizzazione piccola e snella riesce a pagare i fornitori a 60 giorni e, fattore non meno importante, ha il bilancio quasi in pareggio. Il legislatore si fermi un attimo per discutere con noi operatori del settore, affinché anche questa riforma non sia di troppo, come qualche saggio diceva in passato: «Nihil nimiun. Satis est, ne sit et hoc nimiun». TEME 3.10 3