Ormai vantiamo una vera e propria storia nel mondo della formazione, ora è giunto il tempo di certificarci
La parte fondante del nostro statuto pone tra gli obiettivi principali all’art. 1, punto 2b) “qualificazione professionale degli appartenenti alla categoria, nonché l’organizzazione di formazione professionale per le strutture operative di economato e provveditorato”, unitamente ad altri obiettivi professionalizzanti l’aggiornamento e la, rappresenta il “core business” dell’Associazione, che sviluppa insieme alla Fondazione FARE, ma maggiormente attraverso le sue tredici Associazioni regionali che rappresentano lo zoccolo duro della Federazione. La formazione somministrata dalla FARE, in passato ha rappresentato, una delle poche, se non l’unica forma di aggiornamento per gli appartenenti alla nostra categoria.
Oggi, i nuovi associati hanno un’offerta formativa molto più ampia. Al suo esordio la FARE era presente sul mercato con i cosiddetti Corsi a catalogo che coprivano tutti i temi di interesse del Provveditore e dell’Economo e venivano forniti a pagamento, alle varie strutture sanitarie. L’organizzazione di tale servizio era stata affidata al Presidente dell’Associazione Ligure dal Presidente della FARE, Luigi Dinelli.
La FARE, unitamente a Fare Fondazione, ha sempre tenuto ad essere un riferimento in tale settore, tant’è che, per non essere confusa con altre realtà, ha registrato e difeso il suo logo in sede giudiziale con vittoria piena, laddove il logo era stato utilizzato in modo non corretto (vedi sentenza del 17 aprile 2025 del Tribunale di Roma – Sezione XVII civile, specializzata in materia di impresa). Ora è tempo di cercare un ulteriore salto di qualità per essere in linea con l’offerta che ci circonda, dobbiamo ottenere la certificazione, il riconoscimento dei nostri corsi nazionali e regionali, da parte della Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Infatti, la SNA, con il decreto 176/2024, ha emanato il regolamento che disciplina gli aspetti operativi ed attuativi del decreto SNA n. 22 del 13 febbraio 2024 (Linee guida sui requisiti per l’accreditamento delle istituzioni pubbliche o private, senza finalità di lucro, che svolgono attività formative, in attuazione dell’art.63, comma 10, del nuovo codice degli appalti). Abbiamo le professionalità che possono svolgere l’attività formativa avendo, oltre ad una preparazione economica/giuridica, un vissuto quotidiano in materia di appalti che poche strutture, seppur certificate, possono vantare; quindi, dobbiamo attivarci per la certificazione anche perché risulta essenziale per la qualificazione delle nostre stazioni appaltanti. La formazione oggi risulta uno degli strumenti più attenzionati, infatti il Ministero della Funzione Pubblica con la nuova direttiva, inerente la formazione obbligatoria, del 16 gennaio 2025, ha previsto che, ogni lavoratore della PA italiana, a partire dal 2025 e ogni anno successivo, dovrà dedicare alla formazione almeno 40 ore l’anno. L’obbligo vale anche per gli stessi dirigenti, che sono a loro volta tenuti a frequentare corsi di formazione per almeno 40 ore. È evidente che spazio da occupare in formazione ce n’è, anche leggendo il recente report sulla formazione dei RUP. Tra i corsi di formazione seguiti nell’ultimo anno che superano il 50% dei rispondenti,
troviamo: affidamento (78%), competenze e responsabilità del RUP (67%) e digitalizzazione delle procedure ed utilizzo delle piattaforme certificate (54%). Non ci resta che attivarci tutti per certificare i corsi FARE ai quali poi agganciare in qualche modo quelli delle singole Associazioni regionali.
Articolo tratto da TEME 7-8/2025