ANAC: no alla sospensione del Codice degli Appalti

Botta e risposta tra Antitrust e Anac sul Codice degli Appalti.

L’Antistrust, nella sua segnalazione annuale inviata al Governo, ha posto l’accento sulla riforma degli appalti che sono un obiettivo strategico per la ripartenza economica. Per Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust, per realizzare appieno le occasioni date dal Recovery plan non c’è certo il tempo per una radicale revisione del Codice dei Contratti, bisogna piuttosto scegliere la sospensione dell’applicazione del Codice continuando a lavorare avendo come riferimento le sole direttive europee per l’aggiudicazione sia degli appalti interessati dai fondi europei del Next generation EU che quelli delle opere strategiche. Via, dunque ai vincoli del subappalto, dell’appalto integrato, dell’avvalimento, dei criteri di valutazione delle offerte e dell’obbligo della nomina di Commissari esterni. Questo consentirebbe di percorrere una strada a due corsie in cui su una viaggerebbe l’aggiudicazione degli appalti legati al Recovery plan mentre sull’altra si avvierebbe una riforma complessiva del Codice degli Appalti semplificando e attualizzando le procedure.

L’Anac non è però della stessa idea e il suo presidente Giuseppe Busia nel prendere la parola ha affermato: “Non possiamo immaginare una semplice sospensione, totale e immediata del Codice, con il ricorso alle sole direttive europee perché tale scelta, lungi dal portare un’accelerazione, rischierebbe di bloccare le gare per l’improvvisa assenza di riferimenti certi”. Busia ha poi continuato dicendo: “Non possiamo affidare a qualche slogan semplificatorio settori delicati e complessi come quello dei contratti pubblici, da cui dipende circa il 15% del pil e parte essenziale della ripresa del Paese, anche grazie ai fondi Next Generation EU”. “A mio avviso, ha aggiunto il Presidente dell’Anac, “il riferimento alle sole direttive infatti non basta. Creerebbe anzi un vuoto di sistema, costringendo a stabilire cosa si applica a una serie molto vasta di profili rilevanti rimessi alla disciplina dell’ordinamento interno. Il congelamento tout court del Codice, ad esempio, avrebbe pesanti ricadute sulla qualificazione, appesantendo le procedure perché le imprese dovrebbero dimostrare, gara per gara, la propria capacità esecutiva, ora invece, la verifica è ‘una tantum’ per tutte le gare svolte in un determinato periodo. Busia considera invece “(…) opportuna una revisione anche profonda della disciplina”.

( Fonte Anac)

 

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