Parità di genere negli appalti, addio al “bollino rosa”

Sia nei pareri espressi dal Senato che in quelli dati dalla Camera non si trova nessun riferimento alla certificazione di parità di genere nelle aziende, riferimento esplicito ai fini della premialità nelle gare per gli appalti.

Fino ad oggi, infatti, il fatto di lavorare in una condizione di parità di genere rappresentava un vantaggio nell’aggiudicazione di un appalto pubblico. Quello che possiamo chiamare “il bollino rosa” era stato introdotto nel 2021 con la Legge 162 che, nel modificare il Codice Pari Opportunità (DLgs 198/2006), aveva adottato la Certificazione di Parità di Genere (art. 4 della L.162/2021 che introduce l’art. 46-bis nel Codice Pari Opportunità).

Ora, se la politica ha definito il “bollino rosa” solo una questione di burocrazia resta il rischio effettivo di vedere le donne escluse dal mercato del lavoro solo per decisioni prese con poca attenzione alla loro funzione nel mercato. E se tutto questo non fosse già abbastanza va ricordato che nel nuovo Codice le donne tornano ad essere considerati soggetti “svantaggiati” che vanno inseriti nel contesto lavorativo al pari di altre categorie protette.

Ciò è veramente incredibile tanto più se si riflette sul fatto che seppur in certi ambiti come ad esempio le costruzioni o l’energia la presenza femminile è ancora limitata, in tutti gli altri settori rappresenta invece una risorsa imprescindibile.

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