Al via la riqualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza

Riqualificazione di stazioni appaltanti e centrali di committenza

Con il Protocollo d’intesa firmato tra il premier Draghi e il Presidente di Anac Busia, entra nel vivo il processo di riqualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, da tempo auspicato ed ora tra i punti qualificanti del Pnrr.

Gli obiettivi

Gli obiettivi sono: 1) riduzione delle stazioni appaltanti, con particolare riferimento ai comuni, centralizzando il più possibile gli acquisti per spuntare prezzi migliori; 2)rafforzamento e qualificazione delle stazioni appaltanti, arginando deficit organizzativi e di professionalità dovuti all’eccessiva frammentazione; 3)applicazione di criteri di qualità, efficienza, professionalizzazione, realizzando un accorpamento della domanda; 4) istituzione dell’anagrafe unica delle stazioni appaltanti, inserendole secondo il livello di qualifica in possesso, e la loro provata capacità di acquisire beni, servizi e lavori, oltre che sulla base delle strutture organizzative stabili per l’acquisto, del personale presente con specifiche competenze, e del numero di gare svolte nell’ultimo quinquennio.

Il tavolo di lavoro congiunto Governo-Anac, avviato all’interno della cabina di regia, dovrà in tempi rapidi rendere operativo il nuovo sistema perché risulti pronto e collaudato prima dell’entrata in vigore della riforma del codice degli appalti (MC1-70 e MC1-73 del Pnrr). Già entro il 31 marzo 2022 verranno adottate le Linee guida con le modalità operative per l’attuazione del sistema di riqualificazione, che varrà per tutte le procedure di gara indette dalle stazioni appaltanti e dalle centrali di committenza.

Dichiarazione del Presidente Anac, Giuseppe Busia

“Da tempo Anac sosteneva l’urgenza di intervenire sul caos delle oltre 36 mila stazioni appaltanti, in direzione di una riduzione e semplificazione”, dichiara il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Giuseppe Busia. “Va superato il limite territoriale, regionale, di azione degli aggregatori, in base al quale una centrale d’acquisto regionale può comprare solo per le amministrazioni di quella regione, a scapito dell’efficienza. Se una regione è capace e si è specializzata in una tipologia di acquisti, deve poterlo fare senza limiti regionali, favorendo acquisti a prezzi migliori di beni di maggiore qualità, con maggiore conoscenza del mercato e capacità di spuntare condizioni migliori. Pensiamo a cosa sarebbe accaduto se i vaccini anti Covid fossero stati acquistati da ogni singola Asl, invece che a livello europeo”.

“In secondo luogo, come l’ammontare degli appalti del Pnrr ci evidenzia, è indispensabile la formazione di specializzazioni”, continua Busia. “Se una stazione appaltante regionale si è mostrata particolarmente efficace nell’acquistare un certo tipo di beni, perché non si dovrebbero seguire queste best practices? Fino ad oggi questo non è stato possibile. Anac, al massimo, poteva suggerire alle varie stazioni appaltanti di ‘copiare’ quanto veniva fatto da chi aveva spuntato il prezzo migliore. Questo Anac l’ha fatto in più occasioni, per esempio, per gli acquisti nel settore medicale (con i dispositivi peri il diabete), e la cosa ha prodotto subito risparmi per decine di milioni. L’obiettivo finale resta sempre quello di rendere più efficiente il sistema, guardando al dopo 2026”.

“Non si possono trascurare i vantaggi, in termini di economie di scala e di scopo, – aggiunge Busia – che possono derivare da acquisti in comune: ciò vale sia per le stazioni appaltanti che vedrebbero ridurre il numero di procedure da avviare, che per gli operatori economici che potrebbero partecipare ad un numero ridotto di procedure, eventualmente con più lotti, così riducendo i costi amministrativi delle gare. Con questo protocollo d’intesa firmato con il Premier Draghi vogliamo tendere verso modelli di stazioni appaltanti, che possano spendere risorse unicamente in base alle capacità e professionalità disponibili. Non solo, affinché la qualificazione sia efficace e possa anche fungere da volano nel semplificare e digitalizzare gli appalti, vogliamo individuare un sistema che preveda tra i requisiti per la qualificazione alcuni elementi imprescindibili, anche per i soggetti che oggi sono qualificati di diritto”.

“Tra i requisiti obbligatori è ora ricompresa, grazie al decreto Semplificazioni, anche la disponibilità e l’utilizzo corrente di piattaforme telematiche nella gestione delle procedure di gare. Stiamo lavorando per l’interoperabilità delle stesse con i sistemi dall’Autorità per assicurare l’automatica trasmissione di atti, dati e informazioni alla Banca dati Anac a fini conoscitivi e di trasparenza. Inoltre, la stazione appaltante che aspira alla qualificazione dovrà dimostrare di avere a disposizione, oltre al personale tecnico e amministrativo per la gestione dei contratti per i quali intende qualificarsi, specifiche competenze informatiche per la corretta gestione delle piattaforme in uso.

Protocollo d’intesa PCM e ANAC

Leggi il Protocollo d’intesa tra PCM e ANAC per l’attuazione del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza e ulteriori profili di collaborazione

Protocollo d_intesa PCM e ANAC

Fonte: ANAC

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