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editoriale I continui maquillage al Codice dei Contratti Claudio Amoroso Pensavamo che l’anno 2006 rappresentasse una data memorabile per noi provve- Direttore del Dipartimento Beni e Servizi ditori che finalmente, da quel momento, siamo entrati in possesso della nostra Azienda Sanitaria Locale di Chieti “Bibbia”: un manuale legislativo capace di rispondere con prontezza ai dubbi e alle Presidente A.R.E.A. incertezze che costellano, da sempre, le tematiche degli appalti. Tale testo, secondo le nostre aspettative, avrebbe dovuto rappresentare una guida capace di far luce in quella miriade di rinvii a norme: quelle vigenti, quelle abrogate, i decreti luogotenenziali e i testi unici con cui giornalmente dobbiamo fare i conti. Ma ahimè! Anche la stagione del codice degli appalti ha avuto vita breve, è prevalso infatti, ancora una volta, il vezzo del codicillo. Così, dopo i primi due leggeri restyling attuati con i decreti legislativi dell’anno 2007, si è passati ad una vero e proprio “restauro” del testo originario del Codice De Lise, con il D. Lgs 152/2008. A questo punto sembrava essere decisione comune quella di adottare il nuovo testo aggiornato anche perché sulla nostra cara e stropicciata Gazzetta n°100 (che ha pubblicato il Codice) non c’era più spazio sufficiente per ulteriori annotazioni. Pensavamo che nulla potesse di nuovo intaccare la nostra “Bibbia”, ma sbagliavamo! Una nuova virulenza giuridica non solo ha “riagitato” le pagine del Codice ma le ha addirittura scosse con una virata a 360 gradi, nella quale chiunque si è sentito auto- rizzato ad introdurre nel testo legislativo norme riferibili a specifiche materie, magari con provvedimenti provvisori quali i decreti legge, con presumibili modifiche e/o integrazioni in sede di conversione. Sulla scia delle parole del Sommo Poeta Dante, che nella cantica dell'inferno ha scritto: (...): ”lasciate ogni speranza (…)”, abbiamo così continuato e sintetizzato il nostro pensiero: “di avere un testo stabile a cui far riferimento”. Senza volervi tediare con i riferimenti legislativi e le modifiche introdotte, credo però che una statistica numerica sulla produzione di norme in materia di appalto nell’arco di circa un quadriennio valga la pena farla per produrre risultati evidenti: - 2006: 2 interventi di modifica, - 2007: 6 interventi di modifica, - 2008: 4 interventi di modifica, - 2009: 6 interventi di modifica. A questo punto un sommesso consiglio al legislatore mi sento però di darlo: stabiliamo dei periodi di tregua (tipo semestre bianco), per poi impegnarci, se proprio non ce la facciamo annualmente, a semestralizzare gli aggiornamenti evitando le norme provvisorie. TEME 11/12.09 5
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