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editoriale F.A.R.E. ...politica Francesco De Nicolo Ormai quotidianamente prendo atto dei modelli di gestione che ci siamo dati al sud Presidente AEP&L ed arrivo a condividere la delusione e l’insofferenza che si avverte sempre più diffusa. Ciò che non condivido è quell’atteggiamento che io definisco di “disonestà intellettuale” che vuole giustificare un certo modo di agire scaricando ogni responsabilità sugli altri. É consuetudine ormai ascoltare lamentele sui valori persi ed allo stesso tempo racco- gliere quei buoni propositi che in breve dovrebbero restituire, specie a noi meridionali, il recupero di quei principi che dovrebbero animare il nostro agire. Con tristezza, ma alla luce di quell’onestà mentale che prima ho rivendicato, sono costretto ad ammettere che spesso questi slanci finiscono nel calore delle nostre discus- sioni forse perché non abbiamo la forza e la capacità di far seguire l’azione alle parole. In pratica ritengo che in questo periodo al sud manca il coraggio del cambiamento e la forza di invertire la rotta. Certo questa riflessione a cuore aperto non può poi non vedere chi cerca di agire e apprezzare il loro operato che arriva, spessissimo, a raggiungere obiettivi importanti. Singoli o associazioni s’impegnano per cambiare e non voglio sembrare polemico nel sottolineare come l’azione del singolo sembra essere più incisiva mentre quelle delle associazioni che potrebbero incidere maggiormente si perdono nella ricerca delle stra- tegie più idonee nella pochezza dei progetti o nelle beghe interne. É evidente che non v’è meta senza ostacoli ma è anche vero che come il singolo non deve chiudersi in se stesso perché da soli non si va lontano così l’associazione deve mirare a volare più in alto anche a rischio di farsi male. In fondo il rischio è minimo rispetto alla valenza di un’azione mirata e coraggiosa che sappia restituire soddisfa- zione, immagine e risultati. Un’associazione come la nostra, che è presente da cinquan- t’anni e che raccoglie il meglio della professionalità, se fa “politica” senza mai diven- tare di parte può assicurare la propria sopravvivenza (progetto minimo) e soprattutto partecipare alle decisioni e alle scelte cercando con la sua azione di ridurre, per quanto è possibile, quello scempio a cui stiamo assistendo in Sanità, soprattutto nel Sud. La FARE e le Associazioni del sud, dispongono di due risorse importantissime che altri non hanno: una grande esperienza gestionale e una indiscussa, forse oserei direi unica professionalità. La volontà e la capacità di utilizzare al meglio queste risorse sono la condizione per arrivare a legittimare un ruolo attivo e partecipe nella gestione ed essere riferimento di proposte e collaborazione. La politica non è solo interesse di parte ma partecipazione e controllo. TEME 6.09 5