Assobiomedica: i nuovi tagli deprimono il settore

I nuovi tagli agli ospedali mettono in grande allarme Assobiomedica, associazione che in seno a Confindustria rappresenta il settore dei dispositivi medici, che nel corso dell’assemblea 2015, svoltasi a Roma, a Palazzo Wedekind, il 19 novembre, ha presentato i dati relativi alle riduzioni di spesa delle due ultime leggi di stabilità e all’impatto negativo del payback per il 2016 (quasi 6 miliardi di euro, nel complesso). Illuminante, del resto, il titolo dell’evento: “La salute non si taglia: per un futuro di innovazione e opportunità di sviluppo”. Allarmante lo scenario tracciato dal presidente Luigi Boggio, che in questi giorni abbiamo sentito anche al summit Healthcare del Sole 24 Ore, svoltosi sempre nella capitale: “Quasi sei miliardi di euro è l’impatto negativo stimato del payback nel settore: i dati ICom parlano, per il biennio che sta incominciando, di una riduzione del 3% su Ricerca e Sviluppo, del 20% sugli studi clinici e addirittura del 22 sulla formazione. Sempre in tema di R&S, nell’ultimo quadriennio si è registrato un calo degli investimenti esteri del 51%, oltre la metà.” Si tratta di dati molto preoccupanti a partire da quello sulla formazione, se si considera l’importanza del settore per la qualità della nostra vita. Cala anche il valore delle immobilizzazioni (5 punti percentuali in meno). “Tutto ciò –ha detto Boggio- si tradurrà in un minor gettito per lo Stato (circa 240 milioni/anno) e in una perdita di posti di lavoro di quasi 10mila unità. Campanello d’allarme anche sui dispositivi medici, con l’Italia fanalino di coda in Europa: oggi la spesa in dispositivi incide per il 5.2% sulla spesa sanitaria, con un calo di oltre 12 punti negli ultimi tre anni.” Boggio punta il dito sul sistema centralizzato degli acquisti, e sui tetti di spesa insostenibili, “tanto che, a tutt’oggi, solo 4 regioni italiane li rispettano.” Di nuovo, come negli anni passati, si critica la logica dei tagli lineari, che vanno a scapito della qualità e dell’efficienza dell’intero sistema. “Un settore complesso come quello sanitario non può essere oggetto di mere logiche di bilancio che mirano solo al risparmio immediato”. La riduzione e ottimizzazione della spesa pubblica appaiono tuttavia inevitabili, e occorre trovare soluzioni per migliorare l’efficienza del sistema. Una via d’uscita potrebbe arrivare dalla tecnologia, ad esempio accelerando il processo di informatizzazione e digitalizzazione del settore, un trend peraltro già in atto.

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