Comprare bene, aprire alla concorrenza, evitare monopoli: la ricetta di Marroni per il nuovo corso Consip

Che quello della centralizzazione (o meglio, aggregazione) degli acquisti sia un processo ormai in atto un po’ in tutti i settori della pubblica amministrazione, non si può certo negare. La sanità, in questo senso, sta facendo da capofila, con le Centrali d’acquisto regionali, la gara Consip Ospedali e il processo di aggregazione delle centrali d’acquisto sul territorio. E d’altra parte non si può nemmeno guardare con superficialità al rischio che tale processo possa portare, se non ben governato, a una burocratizzazione eccessiva delle procedure di gara a scapito, a volte, della qualità. Ciò è vero in special modo per i servizi, in cui il controllo è meno semplice rispetto alle forniture di beni materiali. Non lo nega nemmeno l’AD di Consip, Luigi Marroni, che intervenendo lo scorso novembre al 4° Summit HealthCare, organizzato a Roma dal Sole 24 Ore Sanità, ha però sottolineato la necessità di una maggiore organizzazione del sistema degli acquisti della PA. “Fra le regioni ci sono ancora parecchie disomogeneità per ciò che riguarda i sistemi e le procedure d’acquisto. In sanità, Consip intercetta soltanto 3 dei 29 miliardi spesi per gli acquisti di beni e servizi, e altri 7,5 sono quelli gestiti dalle centrali d’acquisto regionali. In totale, circa un terzo degli acquisti complessivi sono gestiti a livello aggregato, mentre il resto è ancora appannaggio delle di centrali d’acquisto locali. Molto lucida è apparsa l’analisi di Marroni sulle dimensioni dei lotti delle convenzioni. Per l’AD Consip si deve ricercare il giusto equilibrio, ad esempio senza ricorrere a megalotti che escluderebbero la maggior parte dei potenziali fornitori dalla partecipazione alle gare. Un motivo “forte”, quello dell’accesso delle PMI, dell’amministrazione Marroni fin dalle prime battute. “Lasciare spazio alla concorrenza e non creare posizioni monopolistiche”, ha ribadito. In sintesi: è indispensabile, per Marroni, ragionare sul rapporto fra prezzo e qualità, cercando da un lato di evitare inutili sprechi a carico della pubblica amministrazione, dall’altro evitare di acquistare beni e servizi di scarsa qualità. Aprendo il più possibile alla sana concorrenza.

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