Efficacia, sostenibilità e accordi sui prezzi: la ricetta Ocse per pharma e device

Non fa sconti il rapporto “New health technologies, managing access, value and sustainability”, pubblicato in gennaio dall’Ocse, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Oecd). Dalla sostenibilità economica dell’innovazione farmaceutica a quella delle tecnologie sanitarie, dalle strategie di prezzo ai farmaci ad alto costo, fino ad arrivare all’urgenza di aggiornare alcune norme, specie quelle sui device. Anche perché impiegando device ad alta tecnologia, diagnostica d’avanguardia e medicinali innovativi, le chance di cura migliorano e i costi lievitano. I cambiamenti si susseguono vertiginosamente. La medicina di precisione è portatrice di grandi novità, soprattutto in ambito oncologico e comporta la necessità di trial con il coinvolgimento di un numero ridotto di pazienti. Modalità nuove che mettono in discussione anche le regole delle sperimentazioni cliniche. Su cancro e malattie rare i prezzi di lancio dei nuovi farmaci sul mercato sono in aumento, a volte senza un corrispondente aumento dei benefici per i pazienti. Per esempio negli Stati Uniti, il prezzo di lancio di farmaci oncologici in rapporto agli anni di vita guadagnati si è moltiplicato per quattro negli ultimi 20 anni e ora supera i 200mila dollari. E la spesa globale per i farmaci oncologici è passata da 84 miliardi di dollari nel 2010 a 107 nel 2015 e arriverà a 150 mld nel 2020. Ma i rincari non sono solo in oncologia. Sempre negli Usa un trattamento per la sclerosi multipla costa attualmente 60mila dollari, 10 volte in più rispetto a dieci anni fa. In questo quadro la ricerca non si ferma: Sono 13.700 i prodotti farmaceutici in pipeline nel 2016 e di questi 6.900 sono in fase di sviluppo clinico. Un terzo sono medicinali oncologici, seguiti da vaccini e antidiabetici. E gli investimenti sono in crescita, soprattutto da parte dell’industria. Nei Paesi ad alto reddito gli investimenti in R&S ammontano a 240 mld di dollari, il 60% di origine privata, il 30% pubblico e il restante 10% dal no profit. Si invitano i governi a lavorare con le imprese e le autorità regolatorie per definire un nuovo approccio sullo sviluppo e l’utilizzo di nuove tecnologie sanitarie che da un lato incoraggi l’innovazione ma che dall’altro salvaguardi la sostenibilità economica delle nuove terapie. Secondo l’Ocse, inoltre,  i prezzi pagati per tecnologie e farmaci innovativi devono riflettere i reali benefici in termini di salute rispetto alle alternative già esistenti, ed essere quindi regolamentati sulla base di prove sul loro effettivo impatto. E i contribuenti devono avere la necessaria possibilità di pagare prezzi adeguati e di non pagare per trattamenti inefficaci o inappropriati.

 

Link rapporto

http://www.oecd.org/health/managing-new-technologies-in-health-care-9789264266438-en.htm

 

 

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