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i quadri della fare Nel segno della continuità Marco Boni Promuovere e consolidare l’identità del prov- pubblico di acquisto, aziendale o sovra-azien- veditore e dell’economo, per una efficace ed dale. Per il perseguimento di questo obiet- efficiente offerta sanitaria. É il gravoso tivo, la FARE potrebbe diventare la “casa” e compito che attende il nuovo “Esecutivo”, il referente di tutti compratori pubblici. Le eletto in occasione del XVI Congresso Nazio- difficoltà di contesto non vanno sottaciute. nale della FARE. La strada è, non da oggi, in La volatilità della collocazione funzionale salita. Il sistema sanitario è endemicamente nell’area amministrativa delle aziende sani- “turbolento”, la precarietà istituzionale ne è tarie non aiuta a motivare un impegno profes- una ulteriore caratteristica. I mestieri di prov- sionale in un segmento specifico, quale quello veditore ed economo non sono certificati e della funzione acquisti e gestioni. Ciò inde- protetti. La proliferazione di centri di acquisto bolisce il senso di appartenenza alla cate- “esogeni” mette in discussione posizioni, ruoli goria, elemento indispensabile per la promo- e funzioni acquisite. Il “posto”, se mai è zione dell’identità professionale. Infine, l’as- esistito, non c’è più. senza di prospettive certe nel settore, morti- La “madre di tutte le questioni”, cioè la fica la “voglia” di migliorarsi. Non bastasse (ri)costruzione di una identità professionale tutto ciò, è già in essere ed è destinata ad per chi si occupa professionalmente di acquisti accentuarsi con il progredire della devolu- e gestioni - nell’interesse del buon impiego zione federalista, la “regionalizzazione” del delle risorse pubbliche - non potrà non essere sistema sanitario. In nome dell’autonomia ancora in primo piano nell’agenda del Consi- decisionale, si profilano modelli organizza- glio direttivo della FARE. Identità professio- tivi e gestionali differenziati in ambito nazio- nale significa accesso selettivo agli impieghi, nale. Se per le procedure di acquisto di beni “patente” di compratore professionale, progres- e servizi la “regolazione” nazionale è vinco- sione di carriera specifica. Un mestiere che lante, in materia gestionale è da attendersi deve coniugare tecnicalità e competenza un’ampia varietà di modelli organizzativi, di manageriale. Il successo di un acquisto o declaratoria di funzioni, di assetti produttivi, un’efficiente gestione dei servizi stanno anche di accesso agli impieghi. La disomogeneità nella capacità gestire, valorizzare e moti- degli assetti – pur considerando la connota- vare i collaboratori, nonché in quella di instau- zione “federalista” ante-litteram della FARE rare adeguati modelli relazionali con gli attori - moltiplica gli scenari e le interlocuzioni, del processo di acquisto. Il tutto nel segno ostacolando la definizione di un profilo profes- della flessibilità comportamentale, della moti- sionale unitario. vazione all’apprendimento continuo, dell’aper- Se la strada è in salita, la FARE non deve tura e reattività al cambiamento. Va costruito cedere al rischio di adagiarsi in un “avvita- un profilo di provveditore-manager o di mento difensivo” piagnone che la condur- economo-manager a tutto campo, con profes- rebbe inevitabilmente ad una lenta agonia sionalità spendibile in tutti i punti del sistema associativa. É vitale “buttare il cuore oltre 6 TEME 10.08
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