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convegni e congressi ASPETTANDO IL XVII CONgRESSO FARE Il prossimo congresso F.A.R.E. avrà luogo a Riccione, località a cui dedicheremo, a partire da questo numero, degli approfondimenti relativi a come raggiungerla, alla sua storia e a tutte le altre informazioni di carattere tecnico e turistico. Speriamo in questo modo che ciascuno di voi possa sapere comodamente tutto ciò che riterrà necessario per organizzare al meglio il proprio soggiorno e vivere un’esperienza piacevole, capace di unire l’utile del nostro stare assieme al dilettevole del ritrovarci tutti in una località ricca di attrattive. La storia di Riccione Riccione comincia ad avere un certo rilievo al tempo dei Romani, come luogo di ristoro per quanti percorrevano la via Flaminia fino a Roma. Era, infatti, l’ultima stazione di posta prima di Ariminum (ne esisteva una ogni 10 miglia), dove la Via Emilia si congiungeva con la Via Popilia. È un piccolo borgo medievale con il nome di Arcione (o Arzone, che significa arco della sella delle cavalcature), nel XIII secolo. Era il feudo degli Agolanti, famiglia vassalla dei Malatesta discente da Pistoia (fami- glia Tedici di origine longobarda), il cui castello sorgeva sopra un colle denominato “Tomba Bianca”. Ubaldo Marchi nel 1743 citò il castello come “una delle fabbriche, anzi la migliore che sia nel ter- ritorio di Rimino”. Di recente ha subito una profonda ristrutturazione che ha restituito un luogo di grande fascino da cui si gode una bellissima vista sulla costa. Ricordiamo inoltre vi dimorò la Regina Cristina di Svezia (1657) diretta a Roma. Nella storia più recente il castello fu poi abitato dal Gene- rale tedesco Lobkievitz e dalle sue truppe. Oggi ospita mostre d’arte e spettacoli internazionali. La caduta in disgrazia della famiglia dei Malatesta determina per Riccione l’inizio di un periodo storico difficile sotto il dominio dello Stato Pontificio. Il Settecento e l’Ottocento sono secoli più tranquilli. Il borgo è molto piccolo: un nucleo di insedia- menti abitativi che si sviluppano attorno alla chiesa di San Martino e sulla via Flaminia. Gli abitanti sono circa 1700 distribuiti in due parrocchie: San Martino e San Lorenzo. Il 96% della popolazione è analfabeta, come rileva nel 1848 il governatore dello Stato Pontificio. Il 1861 è un anno importante per Riccione: entra in funzione la Ferrovia Adriatica. Nel 1865 grazie all’operato del parroco Don Luigi Tonini, il treno omnibus della linea Bologna - Ancona effettua la fermata a Riccione facili- tando notevolmente i collegamenti con l’Emilia e il nord dell’Italia. Nel 1867 vengono accolti 106 bambini affetti da scrofola (malattia similtubercolare) grazie al neo fondato Comitato per gli Ospizi Marini che, formato da personaggi influenti dell’epoca (Dr. Giovanni Giorgi, Dr. Carlo Tonini, il conte Giacinto Martinelli, Antonio Pozzi farmacista) sostiene gli effetti salutari del sole e del mare per numerose malattie. I bimbi vengono ospitati dalle famiglie del posto e condotti al mare con carri agricoli con l’assistenza di Don Carlo Tonini. Negli anni successivi inizia la costruzione delle colonie marine. I benefici della talassoterapia vengono resi noti dai rapporti medici di tutta Europa: siamo agli albori del turismo che sconvolgerà l’economia della costa. I decenni che seguono vedono la realizzazione di diversi edifici e l’ampliamento della cittadina, fino all’inizio del ‘900, quando avvengono cambiamenti davvero rilevanti. Maria Bormann Ceccarini, grande benefat- trice di Riccione, migliora la condizione di vita dei marinai con una cospicua donazione che permette la sistemazione del Rio Melo e del porto. Sempre all’inizio del secolo viene costruita la Scuola Comunale e inaugurato il pri- mo albergo di Riccione, l’Hotel Amati che sorge in Via Viola (l’attuale Viale Ceccarini). La Belle Epoque vedrà poi la costruzione di numerosi alberghi: TEME 5.11 35