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i 50 anni di teme Nel 1975 Alberto Mario Fontanelli lascia TEME Redazionale Il numero 6 di TEME, dell’anno 1975 porta 1975 si conclude così quella che Fonta- nelle sue pagine il congedo di Alber- nelli definisce la prima serie di TEME. Il numero 1 del 1976 porta infatti la rivista to Mario Fontanelli che, all’occasione, della FARE nel suo 15° anno di vita edito- annuncia anche il completo restyling riale, con una rinnovata veste tipografica della rivista. Con l’ultimo numero del e con nuovi collaboratori. Congedo Con questo numero di «Tecnica e metodologia economale» prendo congedo dai miei amici della direzione amministrativa, della redazione, della segreteria, della tipografia e dai miei affezionati, anche se scarsi, lettori. Tutti ringrazio di cuore per la fiducia e la stima di cui mi hanno onorato, per la paziente attenzione con la quale mi hanno seguito, per la generosa collaborazione che mi hanno dato per quattordici anni – tanti ne sono trascorsi dalla fon- dazione di questa rivista – e che ha contribuito per così larga parte al suo successo ed al suo prestigio in campo nazionale ed anche internazionale dagli U.S.A. all’U.R.S.S. Sono lieto e orgoglioso altresì che la fiducia e la stima dei dirigenti della .... e di quelli dell’.... – tutti colleghi illustri per sapienza ed esperienza – mi abbiano affidato un compito così delicato ed importante e, mi si permetta ora di dirlo, anche difficile. SPero di averlo assolto con diligenza e con dignità, anche se non con labilità di un giornalista di mestiere, ché tale non fui e non sono né mi stimo. In questo momento il mio pensiero si olte ai fondatori di questa rivista: in particolare ad Amedeo Salvaterra, Maestro illustre e animatore infaticabile, e a Franco Moretti, che – se non con la Sua affascinante persona, già allora serenamente riposante in riva al prediletto Verbano – fu certo presente in spirito fra noi a Roveta, in quei primi mesi del 1962, e cispirò con Suo pensiero profondo e originalissimo e col Suo concreto esempio dazione. Ma mi sia consentito di ricordare anche, e di particolarmente ringraziare qui, insieme al compianto carissimo Moro, al Piepoli, al Giardini, al Gori, al Belluzzi, al Mangili, al Piasentini, al Bernardi (tutti presenti, se la memoria ormai stanca non mi tradisce, a quella decisiva riunione sulla ridente collina fiorentina), anche Giuliano Bianchi, geniale ideatore della formula, Giorgio Ferretti, assiduo redattore del saporoso fiorentinissimo «Varietà» e infaticabile organizzatore di convegni e tavole rotonde, Gualtiero Bonini, tenace e inesausto finanziatore e scrupoloso e sagace amministratore dei nostri magri bilanci. E con loro tutti gli altri valorosi collaboratori: gli Autori, che sono giunti, con questo fascicolo, al numero di quasi trecento e che hanno dato, bimestre per bimestre, la linfa preziosa del loro pensiero e i frutti della loro scienza e della loro esperienza a queste pagine; i redattori, in particolare Claudio Galanti e Maria Ricciarelli; infine il caro Cocchi e Giuliano Giu- liani della Tipografia Nazionale, che tanto si sono prodigati per dare, spesso con grave sacrificio, dignitosa realizzazione grafica e bella veste esteriore alla rivista. Col prossimo numero del nuovo anno «Tecncica e metodologia economale» cambierà tutto, tranne il titolo: direzione, redazione, tipografia, amministrazione, formato, aspetto grafico, contenuti. È una serie dunque, la prima, che termina con N. 6, olume 27°, anno XIV; col N. 1 del 1976 ne comincerà una nuova, la seconda, realizzando così quel radicale rinnovamento di uomini, di strumenti e di metodi, che già auspicai nelleditoriale pubblicato a celebrazione del decennale di fondazione e che da allora non mi sono mai stancato di raccomandare e di promuovere. Tutti speriamo e crediamo che questo rinnovamento sarà utile e che la seconda serie di «Tecnica e metodologia economale» sarà migliore della prima e più di essa adatta per i tempi nuovi che viviamo, e questo è anche il mio sincero e affettuoso augurio. Quel che non cambierà, ne sono certo, sarà lo spirito: spirito di servizio per una categoria di funzionari così antica, illustre e benemerita, quale è quella degli economi e dei provveditori delle comunità pubbliche laiche e in particolare degli ospedali civili e di quelli psichiatrici, che alla rivista diedero vita quattordini anni orsono ed alla quale sicuramente rimarranno fedeli e affezionati anche per gli anni avvenire. Grazie e addio a tutti. Firenze, il 31 Dicembre 1975 - A M F 38 TEME 3.12